Il problema della plastica

La plastica è un materiale composto da vari polimeri, sempre più diffuso in diversi settori. Esistono vari tipi di materie plastiche. Tra le più diffuse sul mercato il polietilene, usato per la produzione di sacchetti, bottiglie e giocattoli.

Ma anche il polipropilene, usato per i contenitori per alimenti o per i flaconi dei detersivi o il cloruro di polivinile, usato per tubazioni e pellicole isolanti, tanto che lo si trova anche tra i muri di casa. Siamo circondati da prodotti in plastica, la cui produzione continua ad aumentare. E’ passata dai 15 milioni del 1964 a più di 310 milioni di oggi, rendendo necessario, ormai, lo sviluppo di un sistema efficiente per il corretto smaltimento. 

I rifiuti plastici, al giorno d’oggi, inquinano gran parte degli ambienti naturali. Alcuni studi stimano che negli oceani ci siano fino a 150 tonnellate di plastica e che, se l’andamento della produzione proseguirà nella maniera attuale, la plastica potrebbe raggiungere i 34 miliardi di tonnellate nel 2050 di cui almeno 12 tonnellate costituirebbero rifiuti sparsi in tutti gli ambienti. Queste cifre lasciano intuire quanto sia fondamentale il riciclo degli oggetti in plastica, con lo scopo di arrivare a una radicale diminuzione della produzione di questo materiale. I rifiuti di plastica riciclabili sono tantissimi. Molti dell’uso quotidiano, come le bottiglie di varie bevande, contenitori di alimenti o buste della spesa.

Solo una piccola parte è destinata finora al riciclo. Diviso a sua volta i varie tipologie. Il riciclaggio meccanico, che prevede la trasformazione da materia a materia. La plastica non più utilizzata diventa il punto di partenza per nuovi prodotti. Questa tecnica consiste essenzialmente nella rilavorazione termica o meccanica dei rifiuti plastici, o il riciclaggio chimico, che prevede il ritorno alla materia prima di base attraverso la trasformazione delle plastiche usate in monomeri di pari qualità di quelli vergini, da utilizzare nuovamente nella produzione. Ovviamente non tutti tipi di plastica possono essere riciclati e parte purtroppo finisce in discarica o al termovalorizzatore. 

La plastica si degrada in un lasso di tempo molto lungo. Ad esempio, i contenitori in polietilene o in cloruro di polivinile abbandonati nell’ambiente, impiegano dai 100 ai 1000 anni per essere smaltiti, mentre per oggetti apparentemente più inconsistenti, come le carte telefoniche ed i sacchetti, il tempo necessario è almeno 1000 anni. Ecco perché un corretto smaltimento e l’avvio al riciclo sono così importanti. 

La plastica sta divorando indisturbata il pianeta e sta a noi impedire che ciò continui, attuando piccoli accorgimenti che fanno la differenza, istruendo anche le più giovani menti alla riduzione di questo materiale e sentendoci tutti, uno per uno, degli agenti promotori di questa battaglia.